La Storia della Lazio

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  1. *paolo*84
     
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    Storia della Lazio Calcio

    La Lazio è una Società Sportiva fondata nel 1900 da Luigi Bigiarelli a Piazza della Libertà, nel cuore di Roma. E’ stata la prima realtà calcistica romana ed è la più grande Polisportiva d’Europa. Nata come società podistica, ha nella sezione calcistica la società che ha conferito maggior onore al nome Lazio.

    Storia
    La Lazio nacque a Roma il 9 gennaio 1900 inizialmente solo come società podistica. La fondazione avvenne in un ufficio in Piazza della Libertà, tra il rione Prati e l’odierno quartiere delle Vittorie. Ben presto la società divenne polisportiva. Colori sociali scelti furono il bianco e il celeste, i colori della bandiera della Grecia, patria dello sport e dei Giochi Olimpici, al cui spirito i fondatori della Lazio si rifecero (la fondazione avvenne tra la I Olimpiade, disputata ad Atene nel 1896, e la II, che si sarebbe tenuta a Parigi di lì a poco, nell’estate del 1900). Come simbolo fu scelta l’aquila romana, allegorica delle legioni imperiali e, per metafora, immagine della potenza di Roma nel mondo.
    L’aquila è il simbolo di Zeus, “Signore dell’ Olimpo”.
    Fondatori della società furono Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Giacomo Bigiarelli, Luigi Bigiarelli (sottufficiale dei bersaglieri), Alceste Grifoni, Giulio Lefévre, Galileo Massa, Alberto Mesones, Enrico Venier. A ricordo dei fondatori della società nel 2000, in occasione del centenario, venne affissa in Piazza della Libertà una targa per ricordare i loro nomi. Questa fu voluta dall’allora presidente laziale Sergio Cragnotti.

    STORIA 1900-1927

    A causa dell’assenza di altre società calcistiche, la prima partita non ufficiale di calcio con un’altro club (fino ad allora le partite venivano disputate tra i soci) fu disputata il 16 maggio 1902 in Piazza d’Armi (la zona dell’attuale piazza Bainsizza, non distante da piazza Mazzini) e vide la Lazio battere la Virtus (squadra nata da una polemica scissione dalla stessa Lazio) per 3-0 con tripletta del centrattacco Sante Ancherani. Secondo altre fonti, questa partita si disputò nel 1904 e una delle marcature fu realizzata da Masini.

    Negli anni successivi la Lazio iniziò a confrontarsi con altre realtà calcistiche italiane, in particolare nel centro Italia, anche se tali confronti non valsero mai a livello ufficiale.

    Nel 1907 la Federazione Italiana Football (futura FIGC) patrocinò il Campionato Romano di I Categoria, che si concluse con la vittoria della Lazio, vittoriosa in finale sulla Virtus. Tale vittoria, tuttavia, non costituì titolo per eventuale ammissione ufficiale a fasi successive del campionato nazionale. Con l’estensione da parte della FIGC al centro-sud del campionato nazionale, il Campionato Romano venne declassato a III Categoria, cosa questa che impedì di nuovo la partecipazione della Lazio al torneo nazionale.

    Finalmente, nel 1913, la FIGC riformò il campionato e ammise alla Prima Divisione le squadre del centro-sud, che giocarono in un girone autonomo. La finale scudetto sarebbe stata giocata tra le vincitrici dei gironi nord e quelle del centro-sud. Fu proprio la Lazio la prima campione del centro-sud, che avrebbe conteso lo scudetto alla vincitrice del nord, la - allora - fortissima Pro Vercelli. La finale terminò 6-0 per la squadra piemontese. La Lazio in seguito, prima del Girone Unico, sarebbe giunta alla finale nazionale per lo scudetto in altre due occasioni, nel 1914, sconfitta dal Casale, e nel 1923, sconfitta dal Genoa.

    Nel 1927 (anno di nascita della futura rivale cittadina della Lazio, l’Associazione Sportiva Roma, costituita sull’eredità di Alba, Roman e Fortitudo), si era in pieno sforzo propagandistico da parte del Partito Nazionale Fascista di ridisegnare una nuova mappa dell’identità culturale italiana: la cosa coinvolse usi e costumi, anche quelli di recente adozione come lo sport. Così, in parallelo al ripristino di antiche e dimenticate feste e sagre paesane per rinsaldare tradizioni localistiche, si cercò anche di unificare le squadre di calcio in un unico club che, in linea col ruolo centrale che il Fascismo voleva per Roma, potesse primeggiare a livello nazionale e competere con le squadre espressione dei gruppi industriali del Nord (segnatamente Juventus, già all’epoca di proprietà della famiglia Agnelli, Milan e Inter, nel frattempo ribattezzata Ambrosiana). A contrastare il tentativo di unificazione vi fu il generale della Milizia Giorgio Vaccaro, che riuscì a convincere i gerarchi a desistere da un progetto che avrebbe comportato l’unificazione di due squadre e due mondi totalmente diversi. Dopo la guerra, Vaccaro divenne anche presidente della Lazio (1965).

    GIRONE UNICO - 1927 - 1961

    Le prime stagioni del campionato a girone unico (dopo il 1929) videro la Lazio fuori dalla lotta per i primi posti, eccezion fatta per il secondo posto del 1936/37 alle spalle del Bologna, all’epoca una delle squadre più forti d’Europa. In quel periodo, tuttavia, la squadra schierò uno dei migliori attaccanti della storia del calcio, Silvio Piola, che a Roma giocò per nove stagioni e vanta tuttora il record di marcature in serie A (274), nonché la terza miglior prestazione di sempre in Nazionale, con 30 goal in 34 partite (meglio di lui solo Meazza con 33 goal e Riva con 35).

    Nel dopoguerra, la squadra continuò ad attestarsi su posizioni di classifica più che dignitose, e, complice una defezione internazionale della Juventus, fece anche le prime esperienze in campo europeo ad alto livello, giocando la Coppa Latina del 1950 (antesignana della Coppa dei Campioni). I risultati non furono quelli sperati, ma il misurarsi con altre realtà calcistiche contribuì alla crescita sportiva del club. Alla fine del del decennio (1958) arrivò comunque la vittoria nella Coppa Italia, primo trofeo ufficiale per il club.

    Nonostante le buone premesse, il decennio successivo fu uno dei più negativi della storia della Lazio: nel 1961 arrivò la prima retrocessione in serie B (dopo la Roma, prima squadra della città a retrocedere nel campionato cadetto), che condannò così la squadra al primo dei suoi 11 campionati nella serie cadetta (l’ultimo nel 1987/88).

    IL PRIMO SCUDETTO: 1974

    Dopo un altalenare tra serie A e B, all’inizio degli anni settanta la Lazio si stabilizzò al vertice del campionato di serie A, grazie a una generazione di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Tommaso Maestrelli, allenatore - psicologo e tuttofare, che forgiò una squadra che praticava un gioco brillante molto simile al calcio totale reso famoso dagli olandesi di quella generazione ai mondiali di Germania del 1974.
    Nel 1972/73, appena rientrata in A, lottò praticamente fino alla penultima giornata per lo scudetto, terminando terza; l’anno successivo, dopo 74 anni di storia, la Lazio divenne campione d’Italia, vincendo lo scudetto di due punti sopra la Juventus

    SCANDALI: 1980

    Il periodo fecondo tuttavia ebbe una battuta d’arresto alla fine degli anni settanta: alcuni giocatori e dirigenti di diverse squadre italiane, tra cui il Bologna, il Milan, l’Avellino e la stessa Lazio, risultarono coinvolti nel primo grande scandalo calcistico italiano (noto come “Scandalo calcioscommesse”). La Lazio fu retrocessa in Serie B insieme al Milan nel 1980 e numerosi giocatori, anche nel giro della Nazionale (tra i laziali Manfredonia, Giordano e Wilson), furono squalificati per un periodo variabile tra i due e i cinque anni. La squadra faticherà a riaversi: Giorgio Chinaglia, tra gli artefici in campo dello scudetto del 1974, assunse la presidenza della società dopo il suo ritorno in serie A nel 1983, ma la squadra, dopo una stentata salvezza nel 1984 retrocesse di nuovo nel 1985.

    I “MENO NOVE”: 1986

    Ancora più difficile per la Lazio fu la situazione creatasi dopo il coinvolgimento della società nel cosiddetto “secondo scandalo calcioscommesse” del 1986: la squadra, già militante in serie B, fu penalizzata di 9 punti per la stagione 1986/87, cosa questa che minacciava seriamente di far finire la squadra in serie C per la prima volta nella sua storia. La squadra riuscì a raggiungere il terzultimo posto insieme al Taranto e al Campobasso, contro i quali dovette spareggiare a Napoli nel giugno 1987 per non retrocedere. Alla fine, battendo il Campobasso, la Lazio riuscì a mantenere la serie B. Quella salvezza ebbe l’effetto di avvicinare ancor più i tifosi alla squadra. La società era stata, nel frattempo, rilevata da Calleri che, dopo la promozione in serie A e il risanamento economico, la vendette al finanziere - ex direttore finanziario del gruppo alimentare Ferruzzi-Gardini - Sergio Cragnotti.

    I SUCCESSI DELL’ERA CRAGNOTTI: 2000

    Cragnotti, uscito dalla Enimont, una società del gruppo Ferruzzi, con 100 miliardi di lire e all’epoca proprietario delle alimentari Cirio e Del Monte Food, con stile spregiudicato costruì una delle realtà calcistiche più forti a livello europeo. La Lazio di Cragnotti, guidata dal tecnico svedese Sven-Göran Eriksson, si propose ad alto livello per diverse stagioni in Italia e in Europa: il culmine fu lo scudetto vinto nel 2000 sorpassando la Juventus all’ultima giornata; una Coppa delle Coppe nel 1999, 3 Coppe Italia, una Supercoppa d’Europa (nel 1999 contro il Manchester United) e due Supercoppe d’Italia (nel 1998 contro la Juventus e nel 2000 contro l’Inter).

    CLAUDIO LOTITO: 2003

    Cragnotti, nel frattempo investito da alcuni problemi giudiziari - ai quali contribuirono anche la gestione finanziaria della stessa Lazio - lasciò la società nel 2003 con pesanti debiti verso fisco e giocatori, e il suo posto fu rilevato in via transitoria dall’avvocato Ugo Longo, da tempo presente nella società come consigliere d’amministrazione. A Longo spettò il compito di guidare la società verso una nuova proprietà, che si concretizzò nel luglio 2004 nella persona dell’imprenditore Claudio Lotito, che raggiunse un accordo con il Fisco per la rateizzazione del debito e assicurò così la salvezza finanziaria della società, e riuscì successivamente a costruire una rosa in economia capace, tuttavia, di raggiungere un dignitoso centro-classifica nel 2005 e la qualificazione alla Coppa UEFA nel 2006.

    Tuttavia, per la terza volta la Lazio si è trovata coinvolta insieme al suo presidente in uno scandalo calcistico, conosciuto come “Calciopoli”, a seguito del quale si è vista penalizzata di 30 punti nella classifica di serie A 2005/06 e di ulteriori 11 - poi ridotti a 3 - in quella successiva, cosa questa che ha inibito alla squadra la possibilità di partecipare alla Coppa UEFA. Le sentenze definitive hanno mostrato la completa estraneità della società nella vicenda.

    OGGI

    Nella stagione 2006-07, la Lazio, squadra rivelazione del campionato, si è qualificata a due giornate dalla fine per i preliminari di Champions League che avrebbe disputato contro la Dinamo Bucarest. L’andata all’Olimpico è terminata 1-1, mentre a Bucarest i biancocelesti si sono imposti per 3-1 qualificandosi così alla fase a gironi. Grande prestazione dei biancocelesti, che dopo essere passati in svantaggio nel primo tempo, hanno ribaltato il risultato con una tripletta nei primi 20 minuti del secondo tempo.
    (Wikipedia)
     
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