La Storia della Juventus

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  1. *paolo*84
     
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    Le Origini

    L'officina dei fratelli Enrico ed Eugenio Canfari, prima sede sociale. « 'anima juventina è un complesso modo di sentire, un impasto di sentimenti, di educazione, di bohemien, di allegria e di affetto, di fede alla nostra volontà di esistere e continuamente migliorare. »
    (Frammento del documento autografo di Enrico Francesco Canfari, 1879-1915, uno dei fondatori e secondo presidente della Juventus F.C., incontrato nel 1914 alla Città di Torino e pubblicato dalla rivista istituzionale della società torinese Hurrà Juventus il 26 dicembre 1915.)

    Il 1° novembre 1897 nasce a Torino lo Sport Club Juventus grazie all'idea di alcuni studenti del liceo classico "Massimo D'Azeglio", tra i quali Eugenio ed Enrico Canfari, che erano soliti ritrovarsi su una panchina (oggi gelosamente custodita nella sede della società). La prima maglia era rosa, con cravatta o papillon, e nel 1903 divenne bianconera. Il primo presidente della storia bianconera fu Eugenio Canfari per volere di suo fratello Enrico (che morirà al fronte durante la Prima Guerra Mondiale).


    Il primo quarto di secolo

    I primi bianconeri Campioni d'Italia nel 1905.Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus, la società si iscrive al suo primo campionato nazionale, ma viene subito eliminata, dovendo affrontare avversari molto più preparati di lei. Ma già dopo soli 5 anni arriva il primo scudetto, in seguito a un palpitante finale (terza finale consecutiva in campionato) a tre contro US Milanese e Genoa. Il presidente era a quel tempo lo svizzero Alfred Dick, che però, dopo alcune accese discussioni di spogliatoio, decise di lasciare la società, e quasi per ripicca fondò il Foot-Ball Club Torino. In quegli anni e fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la Juventus dovette però accontentarsi di un posto di secondo piano rispetto alle altre potenze calcistiche, in particolar modo il Casale e il Pro Vercelli. Nel 1913 la squadra, insieme ad altre cinque, si classifica ultima nel suo girone ed evita la Seconda Categoria grazie a una riforma del torneo.

    Con la fine della Grande Guerra una Juventus rinata grazie ai suoi presidenti Giovanni Hess e Corrado Corradini, tra 1914 e 1920, compì grandi passi in avanti nel campionato nazionale fornendo anche alcuni giocatori alla Nazionale maggiore.


    Il sodalizio con gli Agnelli e il Quinquennio d'Oro

    Formazione durante il Quinquennio d'Oro (1931-1935).Dal 24 luglio 1923 il nome della Juventus è saldamente legato a quello della famiglia Agnelli con Edoardo, figlio del fondatore della FIAT, presidente della società. In quella Juventus esordisce in prima squadra il portiere Gianpiero Combi. Poi, con l'arrivo di giocatori come Federico Munerati, Virginio Rosetta, Carlo Bigatto I, tra gli altri, i bianconeri vincono il loro secondo tricolore nella stagione 1925/26. In quegli anni la società bianconera comincia a dimostrare di essere una nuova potenza calcistica e, con allenatore Carlo Carcano e i nuovi arrivi Umberto Caligaris, Giovanni Ferrari, Felice Placido Borel II, Mario Varglien I, Giovanni Varglien II e i calciatori d'origine argentina Raimundo Orsi e Luis Monti, entra nella storia del calcio italiano vincendo cinque scudetti consecutivi (dalla stagione 1930/31 alla stagione 1934/35), record storico del calcio italiano ancora oggi.

    Ben nove giocatori di quella squadra fanno parte della Nazionale di Vittorio Pozzo, campione del mondo nel 1934. In campo internazionale la Juventus approda alla Coppa dell'Europa Centrale (o Mitropa Cup) ma, per ben quattro anni consecutivi si ferma alle semifinali. Durante il cosiddetto Quinquennio d'Oro, precisamente nel 1933, la Juventus fa il suo ingresso allo Stadio Comunale (l'attuale Stadio Olimpico di Torino), nel quale verranno scritte pagine indimenticabili della storia bianconera. Il 14 luglio 1935, in un incidente aereo davanti al porto di Genova, perde la vita il presidente bianconero Edoardo Agnelli: bisognerà aspettare ben 12 anni prima di rivedere un membro della famiglia Agnelli alla guida della Juventus.

    Archiviato il Quinquennio d'Oro (la prima epoca di grandi vittorie della società bianconera) ci si avvia ad un periodo meno ricco di vittorie, che si concluderà con il secondo conflitto mondiale e con la conseguente sospensione del campionato nel 1944 e nel 1945. Al posto dei vecchi campioni della terza decade del XX secolo - che, ad eccezione di Monti e di Borel II, lasciano la squadra o per un'altra società o per fine carriera - arrivano nuovi campioni del calibro di Alfredo Foni, di Pietro Rava, dell'albanese Riza Lushta e di Teobaldo Depetrini.

    In questo periodo non si registrano vittorie in campionato, ma solo un secondo posto nella stagione 1937/38 e due vittorie in Coppa Italia: nel 1938 (per la prima volta, in concomitanza con il secondo titolo mondiale degli azzurri), e nel 1941/42, rispettivamente contro il Torino e il Milan.


    Il dopoguerra e la prima stella

    La formazione della prima Stella d'Oro nel 1958.Nel 1947 l'avvocato Gianni Agnelli diventa presidente della Juventus Football Club, in sostituzione di Pietro Dusio, e resterà alla guida della squadra fino al 1953. Inizia un nuovo periodo di vittorie: soltanto quindici anni dopo la Juventus vincerà un altro scudetto (stagione 1949/50, il primo scudetto post-guerra della società), grazie anche al supporto di nuovi campioni, come Carlo Parola, i danesi Karl Aage Præst e John Hansen e, in particolar modo, Giampiero Boniperti. Nel frattempo (1959) la squadra vince la sua terza Coppa Italia.

    Nel 1956, su consiglio di Gianni Agnelli, che lo affiancherà, diviene presidente suo fratello Umberto. Con lui si aprì un nuovo ciclo di vittorie, grazie anche a nuovi campioni come il gallese John Charles e l'argentino di origine italiana Omar Sivori (primo calciatore juventino a conquistare il Pallone d'oro nel 1961). La Juventus conquista altri tre scudetti nelle stagioni 1957/58 (il decimo, che le dà diritto di fregiarsi della Stella d'Oro al Merito Sportivo), 1959/60 e 1960/61 e due Coppe Italia nelle stagioni 1958/59 e 1959/60.


    Il Ciclo Leggendario (1972-1986)

    Celebrazioni per il quindicesimo scudetto nella stagione 1972/73.Nel 1960 Umberto Agnelli lascia la presidenza. Nel 1966/67, con Vittore Catella presidente e Heriberto Herrera, d'origine paraguayana, allenatore (uno dei precursori del calcio totale in Italia), la Juventus conquista il suo tredicesimo scudetto: la società juventina si appresta così a trascorrere uno dei periodi più gloriosi della sua storia: Il Ciclo Leggendario (la seconda età d'oro della società bianconera).

    Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti, ex simbolo della squadra, diventa presidente. Chiamò ad allenare la squadra prima il ceco Čestmír Vycpálek, poi l'ex calciatore juventino Carlo Parola ed infine l'ex giocatore milanista Giovanni Trapattoni, quasi al debutto come allenatore. In quegli anni la Juventus si avvale di grandi campioni, tra i quali Dino Zoff, Roberto Bettega (proveniente dalle giovanili), Franco Causio, Claudio Gentile, Pietro Anastasi, Josè Altafini, Antonello Cuccureddu, Romeo Benetti, Roberto Boninsegna, Giuseppe Furino, Marco Tardelli, Antonio Cabrini e, soprattutto, il capitano di tante battaglie Gaetano Scirea, e successivamente il francese Michel Platini, Liam Brady, Zbigniew Boniek, Paolo Rossi, il portiere Stefano Tacconi e Massimo Bonini; vinsero nove scudetti in quindici anni (1971/72, 1972/73, 1974/75, 1976/77, 1977/78, 1980/81, 1981/82 (in concomitanza con il terzo titolo mondiale della nazionale italiana), 1983/84 e 1985/86), conquistando la seconda Stella d'Oro al Merito Sportivo, e ponendosi alla ribalta europea e mondiale vincendo tutte le coppe internazionali ufficiali, (la Coppa UEFA, senza calciatori stranieri - un fatto inedito nel calcio italiano -, il 18 maggio 1977 a Bilbao contro l'Athletic Club, la Coppa delle Coppe il 16 maggio 1984 a Basilea, sconfiggendo il Porto per 2-1, la Supercoppa Europea il 16 gennaio 1985 a Torino contro il Liverpool, superato 2-0, la Coppa dei Campioni, nella sua terza finale, il 29 maggio 1985, battendo ancora il Liverpool per 1-0 nella tragica notte dell'Heysel, e la Coppa Intercontinentale conquistata a Tokyo l'8 dicembre 1985 contro l'Argentinos Juniors, 2-2 il risultato dopo i tempi supplementari e 6-4 dopo i rigori). La Juventus entra nella storia del calcio europeo come la prima società a centrare il Grande Slam (ossia ad aver vinto le 3 principali competizioni europee), ricevendo dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee la Targa UEFA (The UEFA Plaque) nel 1987.


    I primi anni novanta

    Dopo quattro anni senza trofei, con Vittorio Caissotti di Chiusano presidente, nel 1990, anno dell'inaugurazione dello Stadio delle Alpi, la Juventus allenata da Dino Zoff conquista la Coppa Italia per l'ottava volta e la Coppa UEFA della stessa stagione. Nella stagione successiva Zoff lasciò il posto all'emergente allenatore Gigi Maifredi, il quale, nonostante l'arrivo di nuovi campioni del calibro di Roberto Baggio (futuro Pallone d'oro nel 1993), Júlio César, Paolo Di Canio e Jürgen Kohler, portò la squadra al settimo posto in campionato.

    Con il ritorno di Trapattoni, la Juventus vinse la Coppa UEFA nel 1993 con una squadra che comprendeva, tra gli altri, Roberto Baggio, Andreas Möller, Gianluca Vialli - diventato il nuovo idolo della tifoseria - ed Antonio Conte.

    Gli anni della Triade (1994-2006)

    Nell'estate del 1994 si volta pagina con l'arrivo ai vertici della Triade Bettega-Giraudo-Moggi e dell'allenatore Marcello Lippi. Grazie a giocatori del calibro di Alessandro Del Piero, Gianluca Pessotto, Fabrizio Ravanelli, Angelo Peruzzi, Didier Deschamps, Ciro Ferrara e Paulo Sousa; e ulteriormente con Zinédine Zidane, Edgar Davids e Paolo Montero, iniziò un nuovo ciclo dove la compagine bianconera riesce a conquistare tre scudetti (stagioni 1994/95, il primo dopo nove anni; 1996/97 e 1997/98), una Coppa Italia (1994/95), due Supercoppe Italiane (1995 e 1997), una Champions League (1995/96), una Supercoppa Europea (1996) ed una Coppa Intercontinentale (1996). Nelle successive due stagioni la squadra raggiunge per la seconda e poi per la terza volta consecutiva la finale di UEFA Champions League, perdendo in entrambi i casi, rispettivamente contro Borussia Dortmund e Real Madrid.

    Carlo Ancelotti prende il suo posto di Lippi a metà stagione 1998/99, ma non riesce a portare la squadra al vertice, arrivando nonostante alla semifinale di Champions League di tale anno (perdendo lo spareggio per la Coppa UEFA e qualificandosi per la Coppa Intertoto, competizione internazionale che vincerà la stagione successiva) ed al secondo posto in campionato nelle stagioni 1999/2000 e 2000/01.

    Lippi tornò alla guida dei bianconeri nel campionato 2001/02 e può contare su una squadra rafforzata dagli innesti di campioni del calibro di Gianluigi Buffon, Lilian Thuram e Pavel Nedvěd. Il tecnico toscano conduce la formazione torinese alla conquista di altri due tricolori (stagioni 2001/02 e 2002/03) e due Supercoppe Italiane (2002 e 2003). Nella stagione successiva la Juventus arrivò per la settima volta alla finale della Champions League, che perde 2-3 ai calci di rigore contro il Milan, nella prima edizione della Champions League con due finaliste italiane.

    Dopo un’avara stagione 2003/04, il 28 maggio 2004 arriva sulla panchina bianconera Fabio Capello, ex centrocampista degli anni Settanta al posto di Marcello Lippi, chi invece fu chiamato ad allenare la Nazionale. Con lui arrivano a Torino calciatori del calibro di Emerson, Fabio Cannavaro, Patrick Vieira e Zlatan Ibrahimović. Con lui in panchina la Juventus ottiene altri due primi posti al termine dei campionati 2004/05 (in seguito revocato) e 2005/06 (in seguito assegnato d'ufficio all'Inter).

    Quell'ultima stagione è stato segnata dalla retrocessione in Serie B della compagine bianconera con 9 punti di penalizzazione come conseguenza del comportamento antisportivo (art. 1 del regolamento) accertato nel terzo grado di giudizio dalle sentenze nell'ambito dello scandalo definito Calciopoli. Per effetto di tale sentenza, avviene una vera e propria diaspora di campioni che non vogliono proprio saperne di giocare nella serie cadetta: oltre all'allenatore Capello, fanno le valigie Cannavaro ed Emerson (i tre primi al Real Madrid), Thuram e Zambrotta (Barcellona), Ibrahimović e Vieira (Inter), e Mutu (Fiorentina).


    La serie B e il ritorno in A

    Partita con una penalizzazione di 17 punti - ridotta ulteriormente a 9 dall'arbitrato del CONI - e dopo aver a lungo condotto la classifica della serie cadetta, il 19 maggio 2007 la Juventus, sotto la guida tecnica dell'ex calciatore bianconero Didier Deschamps, nella partita vinta allo stadio Comunale di Arezzo contro l'omonima squadra per 1-5, raggiunse la matematica promozione in Serie A con tre giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. Nella partita successiva, il 26 maggio all'Olimpico di Torino, i bianconeri ottennero anche matematicamente il primo posto finale in seguito alla vittoria per 2-0 sul Mantova. Quella stessa sera l'allenatore francese Didier Deschamps risolse consensualmente il contratto con la società. La guida tecnica passò, fino al termine del campionato, all'allenatore in seconda Giancarlo Corradini.

    Il 4 giugno 2007 venne ufficializzato il nome del nuovo allenatore, Claudio Ranieri, divenuto tale dal 1° luglio 2007. Sotto la sua guida la Juventus ambisce a ritornare in tempi brevi una squadra di vertice, anche con acquisti di notevole spessore (Vincenzo Iaquinta, Hasan Salihamidžić, Zdeněk Grygera, Tiago Mendes, Sergio Bernardo Almirón, Jorge Andrade), e grazie soprattutto al prolungamento dei contratti dei suoi giocatori più rappresentativi (Alessandro Del Piero, Gianluigi Buffon, Mauro Camoranesi, David Trézéguet e Pavel Nedvěd).
     
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    CITAZIONE (*paolo*84 @ 25/4/2008, 12:27)
    Le Origini

    L'officina dei fratelli Enrico ed Eugenio Canfari, prima sede sociale. « 'anima juventina è un complesso modo di sentire, un impasto di sentimenti, di educazione, di bohemien, di allegria e di affetto, di fede alla nostra volontà di esistere e continuamente migliorare. »
    (Frammento del documento autografo di Enrico Francesco Canfari, 1879-1915, uno dei fondatori e secondo presidente della Juventus F.C., incontrato nel 1914 alla Città di Torino e pubblicato dalla rivista istituzionale della società torinese Hurrà Juventus il 26 dicembre 1915.)

    Il 1° novembre 1897 nasce a Torino lo Sport Club Juventus grazie all'idea di alcuni studenti del liceo classico "Massimo D'Azeglio", tra i quali Eugenio ed Enrico Canfari, che erano soliti ritrovarsi su una panchina (oggi gelosamente custodita nella sede della società). La prima maglia era rosa, con cravatta o papillon, e nel 1903 divenne bianconera. Il primo presidente della storia bianconera fu Eugenio Canfari per volere di suo fratello Enrico (che morirà al fronte durante la Prima Guerra Mondiale).


    Il primo quarto di secolo

    I primi bianconeri Campioni d'Italia nel 1905.Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus, la società si iscrive al suo primo campionato nazionale, ma viene subito eliminata, dovendo affrontare avversari molto più preparati di lei. Ma già dopo soli 5 anni arriva il primo scudetto, in seguito a un palpitante finale (terza finale consecutiva in campionato) a tre contro US Milanese e Genoa. Il presidente era a quel tempo lo svizzero Alfred Dick, che però, dopo alcune accese discussioni di spogliatoio, decise di lasciare la società, e quasi per ripicca fondò il Foot-Ball Club Torino. In quegli anni e fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la Juventus dovette però accontentarsi di un posto di secondo piano rispetto alle altre potenze calcistiche, in particolar modo il Casale e il Pro Vercelli. Nel 1913 la squadra, insieme ad altre cinque, si classifica ultima nel suo girone ed evita la Seconda Categoria grazie a una riforma del torneo.

    Con la fine della Grande Guerra una Juventus rinata grazie ai suoi presidenti Giovanni Hess e Corrado Corradini, tra 1914 e 1920, compì grandi passi in avanti nel campionato nazionale fornendo anche alcuni giocatori alla Nazionale maggiore.


    Il sodalizio con gli Agnelli e il Quinquennio d'Oro

    Formazione durante il Quinquennio d'Oro (1931-1935).Dal 24 luglio 1923 il nome della Juventus è saldamente legato a quello della famiglia Agnelli con Edoardo, figlio del fondatore della FIAT, presidente della società. In quella Juventus esordisce in prima squadra il portiere Gianpiero Combi. Poi, con l'arrivo di giocatori come Federico Munerati, Virginio Rosetta, Carlo Bigatto I, tra gli altri, i bianconeri vincono il loro secondo tricolore nella stagione 1925/26. In quegli anni la società bianconera comincia a dimostrare di essere una nuova potenza calcistica e, con allenatore Carlo Carcano e i nuovi arrivi Umberto Caligaris, Giovanni Ferrari, Felice Placido Borel II, Mario Varglien I, Giovanni Varglien II e i calciatori d'origine argentina Raimundo Orsi e Luis Monti, entra nella storia del calcio italiano vincendo cinque scudetti consecutivi (dalla stagione 1930/31 alla stagione 1934/35), record storico del calcio italiano ancora oggi.

    Ben nove giocatori di quella squadra fanno parte della Nazionale di Vittorio Pozzo, campione del mondo nel 1934. In campo internazionale la Juventus approda alla Coppa dell'Europa Centrale (o Mitropa Cup) ma, per ben quattro anni consecutivi si ferma alle semifinali. Durante il cosiddetto Quinquennio d'Oro, precisamente nel 1933, la Juventus fa il suo ingresso allo Stadio Comunale (l'attuale Stadio Olimpico di Torino), nel quale verranno scritte pagine indimenticabili della storia bianconera. Il 14 luglio 1935, in un incidente aereo davanti al porto di Genova, perde la vita il presidente bianconero Edoardo Agnelli: bisognerà aspettare ben 12 anni prima di rivedere un membro della famiglia Agnelli alla guida della Juventus.

    Archiviato il Quinquennio d'Oro (la prima epoca di grandi vittorie della società bianconera) ci si avvia ad un periodo meno ricco di vittorie, che si concluderà con il secondo conflitto mondiale e con la conseguente sospensione del campionato nel 1944 e nel 1945. Al posto dei vecchi campioni della terza decade del XX secolo - che, ad eccezione di Monti e di Borel II, lasciano la squadra o per un'altra società o per fine carriera - arrivano nuovi campioni del calibro di Alfredo Foni, di Pietro Rava, dell'albanese Riza Lushta e di Teobaldo Depetrini.

    In questo periodo non si registrano vittorie in campionato, ma solo un secondo posto nella stagione 1937/38 e due vittorie in Coppa Italia: nel 1938 (per la prima volta, in concomitanza con il secondo titolo mondiale degli azzurri), e nel 1941/42, rispettivamente contro il Torino e il Milan.


    Il dopoguerra e la prima stella

    La formazione della prima Stella d'Oro nel 1958.Nel 1947 l'avvocato Gianni Agnelli diventa presidente della Juventus Football Club, in sostituzione di Pietro Dusio, e resterà alla guida della squadra fino al 1953. Inizia un nuovo periodo di vittorie: soltanto quindici anni dopo la Juventus vincerà un altro scudetto (stagione 1949/50, il primo scudetto post-guerra della società), grazie anche al supporto di nuovi campioni, come Carlo Parola, i danesi Karl Aage Præst e John Hansen e, in particolar modo, Giampiero Boniperti. Nel frattempo (1959) la squadra vince la sua terza Coppa Italia.

    Nel 1956, su consiglio di Gianni Agnelli, che lo affiancherà, diviene presidente suo fratello Umberto. Con lui si aprì un nuovo ciclo di vittorie, grazie anche a nuovi campioni come il gallese John Charles e l'argentino di origine italiana Omar Sivori (primo calciatore juventino a conquistare il Pallone d'oro nel 1961). La Juventus conquista altri tre scudetti nelle stagioni 1957/58 (il decimo, che le dà diritto di fregiarsi della Stella d'Oro al Merito Sportivo), 1959/60 e 1960/61 e due Coppe Italia nelle stagioni 1958/59 e 1959/60.


    Il Ciclo Leggendario (1972-1986)

    Celebrazioni per il quindicesimo scudetto nella stagione 1972/73.Nel 1960 Umberto Agnelli lascia la presidenza. Nel 1966/67, con Vittore Catella presidente e Heriberto Herrera, d'origine paraguayana, allenatore (uno dei precursori del calcio totale in Italia), la Juventus conquista il suo tredicesimo scudetto: la società juventina si appresta così a trascorrere uno dei periodi più gloriosi della sua storia: Il Ciclo Leggendario (la seconda età d'oro della società bianconera).

    Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti, ex simbolo della squadra, diventa presidente. Chiamò ad allenare la squadra prima il ceco Čestmír Vycpálek, poi l'ex calciatore juventino Carlo Parola ed infine l'ex giocatore milanista Giovanni Trapattoni, quasi al debutto come allenatore. In quegli anni la Juventus si avvale di grandi campioni, tra i quali Dino Zoff, Roberto Bettega (proveniente dalle giovanili), Franco Causio, Claudio Gentile, Pietro Anastasi, Josè Altafini, Antonello Cuccureddu, Romeo Benetti, Roberto Boninsegna, Giuseppe Furino, Marco Tardelli, Antonio Cabrini e, soprattutto, il capitano di tante battaglie Gaetano Scirea, e successivamente il francese Michel Platini, Liam Brady, Zbigniew Boniek, Paolo Rossi, il portiere Stefano Tacconi e Massimo Bonini; vinsero nove scudetti in quindici anni (1971/72, 1972/73, 1974/75, 1976/77, 1977/78, 1980/81, 1981/82 (in concomitanza con il terzo titolo mondiale della nazionale italiana), 1983/84 e 1985/86), conquistando la seconda Stella d'Oro al Merito Sportivo, e ponendosi alla ribalta europea e mondiale vincendo tutte le coppe internazionali ufficiali, (la Coppa UEFA, senza calciatori stranieri - un fatto inedito nel calcio italiano -, il 18 maggio 1977 a Bilbao contro l'Athletic Club, la Coppa delle Coppe il 16 maggio 1984 a Basilea, sconfiggendo il Porto per 2-1, la Supercoppa Europea il 16 gennaio 1985 a Torino contro il Liverpool, superato 2-0, la Coppa dei Campioni, nella sua terza finale, il 29 maggio 1985, battendo ancora il Liverpool per 1-0 nella tragica notte dell'Heysel, e la Coppa Intercontinentale conquistata a Tokyo l'8 dicembre 1985 contro l'Argentinos Juniors, 2-2 il risultato dopo i tempi supplementari e 6-4 dopo i rigori). La Juventus entra nella storia del calcio europeo come la prima società a centrare il Grande Slam (ossia ad aver vinto le 3 principali competizioni europee), ricevendo dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee la Targa UEFA (The UEFA Plaque) nel 1987.


    I primi anni novanta

    Dopo quattro anni senza trofei, con Vittorio Caissotti di Chiusano presidente, nel 1990, anno dell'inaugurazione dello Stadio delle Alpi, la Juventus allenata da Dino Zoff conquista la Coppa Italia per l'ottava volta e la Coppa UEFA della stessa stagione. Nella stagione successiva Zoff lasciò il posto all'emergente allenatore Gigi Maifredi, il quale, nonostante l'arrivo di nuovi campioni del calibro di Roberto Baggio (futuro Pallone d'oro nel 1993), Júlio César, Paolo Di Canio e Jürgen Kohler, portò la squadra al settimo posto in campionato.

    Con il ritorno di Trapattoni, la Juventus vinse la Coppa UEFA nel 1993 con una squadra che comprendeva, tra gli altri, Roberto Baggio, Andreas Möller, Gianluca Vialli - diventato il nuovo idolo della tifoseria - ed Antonio Conte.

    Gli anni della Triade (1994-2006)

    Nell'estate del 1994 si volta pagina con l'arrivo ai vertici della Triade Bettega-Giraudo-Moggi e dell'allenatore Marcello Lippi. Grazie a giocatori del calibro di Alessandro Del Piero, Gianluca Pessotto, Fabrizio Ravanelli, Angelo Peruzzi, Didier Deschamps, Ciro Ferrara e Paulo Sousa; e ulteriormente con Zinédine Zidane, Edgar Davids e Paolo Montero, iniziò un nuovo ciclo dove la compagine bianconera riesce a conquistare tre scudetti (stagioni 1994/95, il primo dopo nove anni; 1996/97 e 1997/98), una Coppa Italia (1994/95), due Supercoppe Italiane (1995 e 1997), una Champions League (1995/96), una Supercoppa Europea (1996) ed una Coppa Intercontinentale (1996). Nelle successive due stagioni la squadra raggiunge per la seconda e poi per la terza volta consecutiva la finale di UEFA Champions League, perdendo in entrambi i casi, rispettivamente contro Borussia Dortmund e Real Madrid.

    Carlo Ancelotti prende il suo posto di Lippi a metà stagione 1998/99, ma non riesce a portare la squadra al vertice, arrivando nonostante alla semifinale di Champions League di tale anno (perdendo lo spareggio per la Coppa UEFA e qualificandosi per la Coppa Intertoto, competizione internazionale che vincerà la stagione successiva) ed al secondo posto in campionato nelle stagioni 1999/2000 e 2000/01.

    Lippi tornò alla guida dei bianconeri nel campionato 2001/02 e può contare su una squadra rafforzata dagli innesti di campioni del calibro di Gianluigi Buffon, Lilian Thuram e Pavel Nedvěd. Il tecnico toscano conduce la formazione torinese alla conquista di altri due tricolori (stagioni 2001/02 e 2002/03) e due Supercoppe Italiane (2002 e 2003). Nella stagione successiva la Juventus arrivò per la settima volta alla finale della Champions League, che perde 2-3 ai calci di rigore contro il Milan, nella prima edizione della Champions League con due finaliste italiane.

    Dopo un’avara stagione 2003/04, il 28 maggio 2004 arriva sulla panchina bianconera Fabio Capello, ex centrocampista degli anni Settanta al posto di Marcello Lippi, chi invece fu chiamato ad allenare la Nazionale. Con lui arrivano a Torino calciatori del calibro di Emerson, Fabio Cannavaro, Patrick Vieira e Zlatan Ibrahimović. Con lui in panchina la Juventus ottiene altri due primi posti al termine dei campionati 2004/05 (in seguito revocato) e 2005/06 (in seguito assegnato d'ufficio all'Inter).

    Quell'ultima stagione è stato segnata dalla retrocessione in Serie B della compagine bianconera con 9 punti di penalizzazione come conseguenza del comportamento antisportivo (art. 1 del regolamento) accertato nel terzo grado di giudizio dalle sentenze nell'ambito dello scandalo definito Calciopoli. Per effetto di tale sentenza, avviene una vera e propria diaspora di campioni che non vogliono proprio saperne di giocare nella serie cadetta: oltre all'allenatore Capello, fanno le valigie Cannavaro ed Emerson (i tre primi al Real Madrid), Thuram e Zambrotta (Barcellona), Ibrahimović e Vieira (Inter), e Mutu (Fiorentina).


    La serie B e il ritorno in A

    Partita con una penalizzazione di 17 punti - ridotta ulteriormente a 9 dall'arbitrato del CONI - e dopo aver a lungo condotto la classifica della serie cadetta, il 19 maggio 2007 la Juventus, sotto la guida tecnica dell'ex calciatore bianconero Didier Deschamps, nella partita vinta allo stadio Comunale di Arezzo contro l'omonima squadra per 1-5, raggiunse la matematica promozione in Serie A con tre giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. Nella partita successiva, il 26 maggio all'Olimpico di Torino, i bianconeri ottennero anche matematicamente il primo posto finale in seguito alla vittoria per 2-0 sul Mantova. Quella stessa sera l'allenatore francese Didier Deschamps risolse consensualmente il contratto con la società. La guida tecnica passò, fino al termine del campionato, all'allenatore in seconda Giancarlo Corradini.

    Il 4 giugno 2007 venne ufficializzato il nome del nuovo allenatore, Claudio Ranieri, divenuto tale dal 1° luglio 2007. Sotto la sua guida la Juventus ambisce a ritornare in tempi brevi una squadra di vertice, anche con acquisti di notevole spessore (Vincenzo Iaquinta, Hasan Salihamidžić, Zdeněk Grygera, Tiago Mendes, Sergio Bernardo Almirón, Jorge Andrade), e grazie soprattutto al prolungamento dei contratti dei suoi giocatori più rappresentativi (Alessandro Del Piero, Gianluigi Buffon, Mauro Camoranesi, David Trézéguet e Pavel Nedvěd).

    che storia è... SEMPLICEMENTE PERFETTA!

    w la juve :juv:
     
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  3. Rapper10
     
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    Viva la juve...Juventus vs Udinese domenica 14 settembre alle ore 20.30...e che vinca la juve!!! :juv: :juv: :juv: :juv2: :juv2: :juv2:
     
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  4. [Pl@y3m@94]
     
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    forza juve!!x sempre nel nostro cuore!!
     
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  5. boycolor
     
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    Interessante
     
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  6. giammy85
     
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    Raga, il forum dovrebbe essere aggiornato con discussioni giornaliere...cioè sulle partite, mi sono attaccato davanti a sky e mi sono visto la partita...questo per dire che la storia della juventus è oggi e chi dallo stadio, chi da sky...tutti dobbiamo continuare a seguirla! Forza Juve
     
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5 replies since 25/4/2008, 11:27   804 views
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