Palermo - Genoa 0-0

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    PALERMO, 1 novembre 2009 - Palermo-Genoa fa calare il sipario sull'undicesima giornata di serie A senza gol e qualche emozione. Bel primo tempo con occasioni per tutti e una ripresa contratta, caratterizzata dalla stanchezza dopo il turno infrasettimanale. Per entrambi, comunque, un'occasione persa per riagganciare la zona Champions League.

    Giandomenico Mesto, a sinistra, contrasta Mattia Cassani. Ap
    Giandomenico Mesto, a sinistra, contrasta Mattia Cassani. Ap

    strategie — Partita a scacchi; non potrebbe essere diversamente quando si fronteggiano squadre offensive come Palermo e Genoa. Un mix di qualità e forza fisica, ritmo rutilante e sacrificio. Walter Zenga, dopo i numeri di San Siro, torna al 3-4-1-2; mette Migliaccio in difesa e lancia in mezzo Nocerino, mentre Pastore controlla Cavani e Miccoli. Gasperini muta squadra col passare dei minuti e manifesta una certa prudenza, dopo la valanga di gol subita nelle ultime uscite, anche perché i rossoblù con 20 gol subiti sono la difesa più battuta del campionato. Parte con il 3-4-3, ma poi passa al 4-3-3, con libertà di spingere a Papastathopoulos, protetto da Biava. Non c'è Zapater, mentre nel tridente Palladino gioca a destra.

    spettacolo — I rosanero lasciano il segno nella prima parte del primo tempo. Miccoli è in serata di grazia. Da suoi piedi partono le migliori iniziative e la grande occasione del 15', interrotta dalla prodigiosa uscita di Scapri che impedisce al leccese di aggirarlo e mettere in rete. E ha ragione al 40' quando protesta con Brighi per un fallo subito in area, trasformato dall'arbitro in una punizione dal limite. Pastore detta i tempi, ma finisce spesso per schiacciare i piedi a Cassani. Il Genoa vince il lungo assedio intorno alla mezzora e si affida ai piedi buoni di Palladino, Mesto e Rossi che salgono in cattedra mettendo in affanno i rosanero; soprattutto al 44', quando Sirigu, mette in mostra una straordinaria abilità, respingendo i rasoterra potenti di Palladino e Rossi.

    Omar Milanetto, a sinistra, controlla Fabio Simplicio. Ap
    Omar Milanetto, a sinistra, controlla Fabio Simplicio. Ap

    genoa — Un primo tempo equilibrato e spettacolare lascia spazio a una ripresa accorta e prudente, dove il Palermo sembra accusare un po' di stanchezza. Il Genoa bada a rallentare il ritmo e a ripartite sfruttando le fasce. Ma non basta. Gasperini rivolta l'attacco inserendo Sculli e Crespo e per Palladino e Floccari. Zenga non ci sta e rischia passando al 4-3-3. La mossa? Fuori Pastore, dentro Hernandez. All'under 20 dell'Urugauy Zenga chiede penetrazione e guizzo, ma a mancare è la spinta dei compagni in debito di ossigeno. Il Genoa risponde col possesso palla e cross dalle fasce, ma senza mai dare l'impressione di poter passare. Il Palermo invece si rivede a sprazzi. Zenga aggiunge la dinamite di Budan per Cavani, fischiato dal Barbera, ma è Simplico a scaldare le mani di Scarpi dal limite.

    gran finale — Nel Genoa Gasperini ha aggiunto anche Palacio (fuori Mesto), che ha il pregio di regalare ordine e una buona dose di cross dalla destra. L'ultimo quarto d'ora è a ruota libera. Hernendez con una rovesciata ad effetto sfiora il primo palo, ma con Scarpi piazzato, mentre il Genoa risponde con un rasoterra angolato di Crespo deviato da Sirigu. Squadre lunghe insomma, dove le occasioni fioccano fra difese esauste. Inevitabile, alla fine, lo 0-0. Quasi un non.sense per Zenga dopo lo spettacolo di San Siro, più positivo per Gasperini che finalmente non subisce gol.
     
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