Nuovo stadio Genova

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  1. alex98
     
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    Il cerino acceso sta consumandosi a grande velocità e i protagonisti della vicenda stanno bene attenti a non scottarsi le dita. Se il sindaco Vincenzi ha puntualizzato: dicano Genoa e Sampdoria se il progetto della Fondazione è confacente alle loro esigenze; le due società ufficialmente non esprimono commenti. Ma non è difficile leggere nei loro silenzi. Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, aveva manifestato apprezzamento per lo sforzo compiuto dalla Fondazione al fine di difendere, adeguandolo, l'impianto sulla sponda sinistra del torrente Bisagno. La 'genoanità' sarebbe salva. Resta da capire chi sborserà i 50 milioni di euro necessari per realizzare la ristrutturazione dello stadio, e gli altri soldi, non quantificati, per costruire le infrastrutture a corredo: parcheggi, la tramvia elettrica in sponda destra, i silos a Genova est e a Brignole, elementi a servizio dello stadio ma utilizzabili tutti i giorni dai cittadini. In origine Preziosi si era mostrato favorevole a valutare l'opzione stadio a Sestri Ponente, tant'è vero che a luglio aveva firmato il protocollo d'intesa a tre con il Comune e la Sampdoria. Silurato il progetto da parte dell'Enac, il numero uno rossoblù si era mostrato freddissimo nei confronti dell'ipotesi Colisa a Campi. E poi molto interessato all'opzione Ferraris rinnovato. Rispetto alla quale tuttavia non intende impegnarsi finanziariamente. Lo stadio appartiene al Comune, è il suo ragionamento, ed è il Comune che deve provvedere al suo adeguamento. Il sindaco da questo orecchio non ci sente. Il suo obiettivo è duplice. Presentare un impianto candidabile agli Europei del 2016 e liberarsi del peso economico di un impianto che costa più di quanto rende. Assente il presidente Riccardo Garrone, in crociera sulla Costa europa con Mus-e, la Sampdoria non rilascia commenti. La società ha gradito l'approccio bipartisan della Fondazione Genoa e naturalmente approfondirà gli aspetti tecnici e finanziari della proposta. L'opzione Colisa appare sempre più debole, il Ferraris potrebbe diventare un'alternativa praticabile, purché effettivamente agganciata al treno degli Europei. Se infatti non comparisse tra gli stadi candidati dall'Italia, il Ferraris (o qualunque altro stadio) non godrebbe dei benefici della legge sui nuovi stadi passata alla Camera e presto in discussione al Senato. Il testo prevede l'abbattimento degli interessi passivi sui mutui contratti per costruire o ristrutturare impianti esistenti. Ma potrebbe allargarsi ai rimborsi del capitale di finanziamento. E qui si innesta un ultimo punto, cruciale. Il progetto Sestri stava in piedi finanziariamente perché appoggiato ai 40mila metri quadrati del centro commerciale adiacente. Il progetto Ferraris prevede meno di novemila metri quadri di spazi commerciali. Pochi. La legge però consente di inserire nei finanziamenti pubblici realtà urbanistiche (condomini, centri commerciali ecc) realizzate anche in aree lontane dallo stadio. Sulla congruità del quale l'ultima parola spetta alla Federcalcio e all'Uefa. (il Secolo XIX)
     
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