Inizia la stagione NBA

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    La stagione più attesa degli ultimi anni parte con il botto. Miami va a far visita a Boston, i campioni in carica, invece, riceveranno l’anello da David Stern prima di affrontare i Rockets.

    i campioni — Si è parlato tantissimo di Miami e della sua faraonica campagna acquisti durante la offseason, i Lakers però si sentono ancora i favoriti per la conquista del titolo e i General Manager della Nba concordano. Nell’annuale sondaggio di inizio campionato ben il 63% dei GM, infatti, prevede il “threepeat” della truppa di Phil Jackson. I problemi fisici che hanno condizionato il precampionato di Kobe Bryant non sono preoccupanti, il punto interrogativo per il tecnico di L.A. sembra essere il solito e riguarda Andrew Bynum. Riuscirà il lungo di Los Angeles a esprimere finalmente tutto il suo potenziale e soprattutto a evitare lunghi infortuni? Sulla carta i Lakers sono addirittura più solidi rispetto alla passata stagione, avendo potenziato la panchina con l’acquisizione, durante la offseason, di Steve Blake, Theo Ratliff e soprattutto di un ottimo difensore come Matt Barnes. La rinuncia a Jordan Farmar (finito in New Jersey) non dovrebbe creare problemi a un roster davvero invidiabile.


    Il trio delle meraviglie di Miami: Bosh, James e Wade. Reuters miami — Nella storia della Nba mai una squadra è riuscita a far parlare così tanto di se stessa come Miami durante la offseason. Pat Riley ha realizzato un’impresa davvero impensabile. Non solo ha portato a Miami LeBron James e Chris Bosh, trattenendo Dwyane Wade, ma è anche riuscito a costruire intorno ai suoi “Big Three” una squadra, almeno sulla carta, con pochissimi punti deboli. Il roster può vantare veterani dal sicuro affidamento, come Ilgauskas, House, Magloire e Howard, giocatori pronti al sacrificio e disposti a fare il lavoro oscuro (Haslem e Anthony su tutti) e un panchinaro di lusso come Mike Miller. L’ex Wizards, sul quale lo staff tecnico di Miami contava moltissimo, però si è fratturato il pollice destro e rimarrà fuori almeno fino a gennaio. Un brutto colpo, almeno in teoria, ma gli Heat anche in questo caso sono riusciti a cadere in piedi, trovando un accordo con il veterano Jerry Stackhouse. LeBron James in pochi mesi ha visto il suo indice di gradimento pubblico calare più velocemente di quello di Obama e, dopo il fiasco dello show televisivo nel quale ha annunciato la sua “decisione” di andare a Miami, è diventato decisamente impopolare. Gli Heat così dovranno convivere con l’etichetta di squadra antipatica per la maggior parte dei tifosi a stelle e strisce. Nessun problema, sostengono i “Big Three”, le sentenze comunque le darà soltanto il parquet. Miami parte con un solo obbiettivo, vincere il titolo o considerare la stagione un fallimento. La pressione sicuramente non manca.


    Se LeBron James diventato per molti tifosi una sorta di nemico pubblico, le azioni di Kevin Durant si sono impennate durante la offseason. Il fenomeno di Oklahoma City sembra non fare mai errori, né in campo né fuori. Con la Nazionale Usa ha dato spettacolo in Turchia, poi è tornato a Oklahoma City in punta di piedi evitando di esaltare le sue prestazioni ma mettendo sempre la squadra davanti a tutto. Adesso negli Usa Durant è considerato uno sorta di “Anti-LeBron”. Gli applausi, scroscianti, per Durant sono arrivati anche la settimana scorsa quando il giocatore, scelto da Sports Illustrated come uomo copertina, ha voluto dividere la cover del settimanale con due suoi compagni di squadra, l’ex Biella Thabo Sefolosha e Nenad Kristic. “Mi sembrava giusto - si è limitato a dire l’idolo di Oklahoma City - di loro si parla troppo poco e meritano un po’ di pubblicità”. I Thunder non nascondono grandi ambizioni in questo campionato e lo stesso Kevin Durant può seriamente puntare al premio di Mvp.

    i volti nuovi — I volti nuovi. Il rookie più atteso della stagione è senza dubbio la prima scelta assoluta di Washington John Wall. Versatile playmaker dalla velocità supersonica, l’ex fenomeno di Kentucky ha fatto capire già dalla preseason di non avere nessun timore reverenziale nei confronti delle stelle Nba e di potersi adattare in fretta al basket della Lega pro. Scommettere sul giocatore di Washington come matricola dell’anno sembra fin troppo facile ma da Los Angeles, sponda Clippers, Blake Griffin è pronto a lanciare la sfida. La prima scelta assoluta al draft dello scorso anno, infatti, dopo aver saltato l’intera stagione a causa del celeberrimo infortunio, viene considerato a tutti gli effetti una matricola. La sua preseason è stata decisamente incoraggiante e la seconda squadra di L.A. può contare su in interessante quintetto. “Essere rimasto fermo per tutta la scorsa stagione mi ha fatto capire tante cose - sostiene Blake Griffin - adesso mi sento benissimo e non vedo l’ora di cominciare”. Una sfida a due, quindi, per il premio di “rookie of the year” con il terzo incomodo, DeMarcus Cousins dei Kings, pronto a sfruttare gli eventuali rallentamenti della coppia di prime scelte assolute.

    Durante la stagione che sta per iniziare verrà spesso pronunciata una fatidica parola che spaventa non poco i tifosi della Nba: “lockout”. A luglio, infatti, se proprietari e associazione giocatori non troveranno l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo, si arriverà a una serrata che potrebbe durare a lungo. David Stern fa la voce grossa e vorrebbe ridurre la voce “stipendi” almeno del 30%, i giocatori naturalmente non ci stanno e per ora rispondono picche. Il commissioner sostiene che la Lega abbia perdite di circa 350 milioni di dollari a stagione e vorrebbe cambiare di molto i parametri dei contratti ai cestisti, giocando naturalmente al ribasso. La partita con l’associazione giocatori e’ appena iniziata ma trovare un accordo sicuramente non sarà facile.

     
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