News:A Maldini il 'Premio Facchetti'

|N91|

Posted on 27/10/2008, 15:06

.

User deleted

"Il campo è democratico. Non mi sento mai fuori posto con quelli più giovani di me". Venti anni di calcio nelle gambe, e non sentirli. Paolo Maldini un po' di emozione l'ha provata nel ricevere il 'Premio Facchetti'. "Per me ricevere questo premio rappresenta moltissimo - dice - perché la mia carriera e quella di Facchetti sono simili. Lui era una bandiera dell'Inter, io sono stato tutta la vita nel Milan".

Un ruolo, quello di esterno sinistro in difesa, ne quale il numero 3 rossonero è stato il migliore incontrastato in Italia per tutti gli anni '90. Ma ora a 40 anni compiuti c'è ancora la voglia di primeggiare e di dare l'esempio alle giovani reclute. "Ce l'ho anch'io l'iPod, ma con le cuffiette normali - scherza Maldini -. Io mi sento a mio agio con i ventenni. Semmai sono i miei coetanei a sentirsi un po' diversi da me. Io mi vesto ancora come un ragazzo e mi considero molto moderno. E poi, il campo è democratico, abbiamo addosso le stesse cose, facciamo le stesse cose. Non mi sento mai fuori posto con quelli più giovani di me. Non penso che i giovani siano molto diversi da me: sono più moderni, ma hanno gli stessi imbarazzi e timidezze che avevo all'inizio, e per diventare calciatori di alto livello dovranno fare gli sforzi che ho fatto io".

Un inizio datato 1978, seguito da tanti bei momenti. "Come prima immagine da ricordare, scelgo il primo allenamento al campo di Linate. E poi il giorno dell'esordio a Udine, i Mondiali del '90 e qualche coppa con il Milan, magari la Champions del 2003". Ricordi di partite storiche, fino a diventare un esempio per i giovani anche fuori dal campo. "Ai miei figli dico sempre di essere leali, di abituarsi ad accettare successi e sconfitte, di mettercela tutta e di cercare il divertimento. Questo è il calcio: ma poi c'è la vita, c'è la scuola, c'è l'amicizia". L'educazione prima di tutto, per essere sportivi nel vero senso della parola. "Restare se stessi nel calcio è possibile, ma dipende dall'educazione che si è ricevuta e da come si vive. Per esempio: è difficile essere sinceri nelle interviste, ma se uno fa come me, che parlo poco, ha più possibilità di dire cose intelligenti o almeno di non essere frainteso".