News:Inter: Stankovic 'In Italia siamo i piu' forti'

Inter: Stankovic 'In Italia siamo i piu' forti'

Stankovic non pone limiti agli obiettivi stagionali della squadra: 'Champions o campionato? Non si puo' scegliere'. Neanche dopo l'inattesa sconfitta casalinga contro il Panathinaikos il centrocampista serbo nutre meno fiducia circa le capacita' della formazione nerazzurra di vincere qualcosa in questa stagione. Specialmente per quanto riguarda il campionato: 'Siamo una delle squadre piu' forti in Europa – ha dichiarato alle telecamere di Sky – mentre per quanto riguarda il campionato ho sempre detto che possiamo perderlo solo noi, perche' sono sicuro che siamo la squadra piu' forte in Italia'.

Nell'ultima partita giocata in Europa, Stankovic e' stato in panchina per tutti i novanta minuti, una situazione che non turba minimamente il serbo: 'Non c'e' stato nessun caso, era gia' concordato tutto perche' sabato sera avevo speso tantissimo. E non sono stato il solo – ha aggiunto – perche' contro la Juve siamo entrati molto decisi, e questo contro il Panathinaikos si e' sentito'. Nessun problema, quindi, per non essere stato schierato in campo dal primo minuto dal tecnico portoghese, a proposito del quale ha detto: 'Il rapporto di Mourinho con i giocatori e' molto diretto, non ci sono dubbi, sa esattamente quello che deve fare in campo. Lui cura tantissimo i minimi particolari, quelli che ti fanno vincere o perdere la partita. E' un professionista, un perfezionista. Mourinho lavora tantissimo sulla testa. Per lui la squadra e' al primo posto, da' tutto per il collettivo'.

Un concetto la cui importanza Stankovic ha dimostrato di aver compreso alla perfezione. D'altronde la situazione tra lui e il tecnico portoghese era stata gia' chiarita in estate, nonostante i giornali continuassero ogni giorno a titolare articoli che lo vedevano gia' con la maglia juventina cucita addosso: 'E' stata una situazione interamente creata dai giornalisti, che mi hanno voluto per forza caricare sullo stesso treno di Mancini e Mihajlovic. Il primo giorno di raduno ho fatto un colloquio di tre minuti con il mister e li' e' stato tutto chiaro, mi ha detto che sarei stato un'opzione in piu' e non certo un problema. Il mio desiderio era quello di rimanere, stavo male a leggere i giornali prima di chiamare la societa'. A questo proposito, il centrocampista ha voluto dire la sua a quanti lo hanno sempre dipinto come il 'protetto' di Mancini: 'Non credo sia un reato essere amico di un allenatore. Cosi' come non mi piace dover stare a individuare le differenze tattiche tra lui e Mourinho. Ognuno ha il proprio modo di lavorare'. Vedremo a fine stagione chi avra' fatto meglio.